giovedì 7 agosto 2014

HEMKUND LAGO SIKH VALLE DEI FIORI











Il mio char dham (cammino)è concluso. Lascio il paese di Bhadrinath, salgo in un pullman vecchio e sgangherato ,
all’uscita del parcheggio un bramino (sacerdote) impartisce la benedizione al mezzo , l’autista sporge la testa fuori dal finestrino per ricevere il Tilak nella fronte, la benedizione e la protezione alle divinità per l’inizio del viaggio ,così pure il suo aiuto. Si scende la valle per una strada dove è meglio non guardare sotto, in ogni tornante mi viene spontaneo chiudere gli occhi. Arrivo a Gavin Chatt,da dove inizia il sentiero per raggiungere Hemkund e la valle dei Fiori da percorrere a piedi o a dorso di mulo.
HEMKUND è un luogo santo di pellegrinaggio frequentato dalla comunità SIKH, è un lago glaciale inserito tra sette montagne innevate chiamate HEMKUND PARVAT a 4600 metri .
Nelle vicinanze un GARDWARA (tempio) dedicato al decimo GURU SIKH – GABIN  SINGH  che in queste montagne si ritirò in meditazione nella sua seconda vita (reincarnazione) .
I SIKH sono riconoscibili dal loro turbante e dalla lunga barba,
è una religione autonoma e a se stante , si ispira ad alcuni principi dell’Induismo e dell’Islam, non hanno barriere di casta ,
sono contrari al formalismo dei rituali e al culto delle immagini, il rapporto tra uomo e donna è di assoluta uguaglianza ,
praticano il “LANGAR” cucina comune, serve a creare integrazione sociale tra gli uomini. Salgo il sentiero per Ghangaria,
molti Yatri a piedi , altri a dorso di mulo o sulle ceste portate a spalle da giovani Nepalesi ,
cantano o pregano inni sacri ,
alcuni Sikh sulla cintola portano dei pugnali o lunghe spade ricurve , per testimoniare l’origine di un popolo guerriero. Arrivo a Ghangaria campo base 
per la valle dei Fiori e al lago Sacro,
nel villaggio lungo l’unica strada alcuni piccoli alberghi , pensioni , posti di ristoro  qualche negozio e un grande complesso (ostello) riservato per dare assistenza alla comunità Sikh. Passando vicino, mi chiamano e mi invitano all’interno, orgogliosi mi accompagnano a visitare il  complesso ,
mensa, biblioteca,pronto soccorso ,dormitori,tempio con addobbi a festa , all’esterno fontane d’acqua per la pulizia  prima di entrare al tempio. Tutto il complesso è gestito da volontari che a turno prestano la loro opera gratuitamente,  l’impegno , l’aiuto, il lavoro è fondamentale e sentito nella comunità Sikh, mi offrono un the , e mi invitano alla cena comunitaria.  Con l’amico Luigi mi reco all’ufficio della Forestale per informazioni ed eventuale richiesta di permesso per la valle dei Fiori, con l’amara sorpresa, l’addetto ci informa la chiusura della valle al pubblico per motivi di sicurezza , sentieri distrutti o molto pericolanti ,causa: il disastro dello scorso anno , problemi che ho riscontrato anche nelle altre valli. Riprendo il cammino per Hemkund, ai lati mulattieri
e portantini indaffarati a contrattare i prezzi con gli yatra , gesticolano , prendono i potenziali clienti per le braccia accompagnandoli vicino ai muli o ai cesti , questa morbosa insistenza è frequente in India a volte seccante ,ne ho esperienza con i Bramini .
Lungo il sentiero una miriade di turbanti zafferano in fila come formiche , salgono il sentiero lastricato a zig-zag,
ai lati mucchi di immondizia ,bottiglie di plastica e impermeabili usa e getta sparsi lungo la valle .

Il paesaggio attorno è meraviglioso ,cascate ruggenti ,
timida erba verde con colorati fiori primaverili ,le cime innevate e l’aria fresca e frizzante che pizzica il naso e fa lacrimare gli occhi.
Dopo aver attraversato un ponte , un cartello indica la direzione per la valle dei Fiori,io viro al lato destro unendomi al flusso di pellegrini,la pendenza diventa più ripida costringendomi a prendere frequenti pause, il sentiero di sassi si trasforma in ghiaccio e neve.
Passo sotto un pittoresco arco,
il sentiero sparisce, mi trovo in una spianata bianca con molte persone, sono a HEMKUND- SAHIB,
mi sento entusiasta e felice. In fondo vedo il grande tempio con il tetto esagonale e il lago ghiacciato, alcune persone coraggiose si spogliano e si immergono nell’acqua ghiacciata.
Entro nel tempio al primo piano,
una grande sala splendidamente decorata con arazzi e luci colorate, alle pareti quadri raffiguranti GURU SIKH , i pellegrini sono seduti sul pavimento,
altri dormono con coperte avvolte attorno a loro. Attorno al tempio una veranda a 360 gradi, un bellissimo posto di osservazione , con i sette monti chiamati “ SAPTA SHRINGA” con sopra bandiere color zafferano. Al piano terra del tempio una scura stanza dove distribuiscono bevande e cibi bollenti,
il tutto gestito da volontari, ne approfitto per bere un the, prendo un bicchiere d’acciaio da un cumulo di utensileria posta sopra a dei tavoli, vicino volontari lavano piatti e bicchieri in mastelli con acqua non proprio pulita.
Al tempio non c’e possibilità di pernottare per cui riprendo la via del ritorno, sono le 13.30 , scendo lentamente con prudenza e per godermi il paesaggio , incontro gli ultimi yatra che salgono soffiando e sbuffando, sono stanchi ma determinati a raggiungere la meta.
  



 VALLE DEI FIORI.
Il desiderio e la volontà di visitare la valle dei Fiori è molto forte , con Luigi ne parlavo  spesso lungo tutto il cammino, questo era il nostro sogno. Il giorno seguente mi reco all’entrata della valle ,
il cancello era aperto e incustodito, con Luigi si decide di entrare senza tenere conto del divieto ,la curiosità di vedere la valle era grande . Il sentiero è subito in salita, costeggio un fiume impetuoso
  per raggiungere la quota di 3500 mt. da dove inizia la valle. Attraverso un ponte di fortuna,
il sentiero è sepolto da detriti ,seguo una traccia segnata dai portatori a spalle di materiali per la ricostruzione  dei sentieri danneggiati . La prima impressione che colpisce è l’aroma della vegetazione fresca, rododendri bianchi in piena fioritura ,
cespugli con grosse gemme prossime a fiorire. Seguo con prudenza il piccolo sentiero,attraverso un bosco con alti alberi che arrestano la luce del sole, il suolo umido con le foglie creano una sorte di freschezza.
In questo periodo dell’anno ho incontrato piccoli fiori qua e là ma niente di importante, il periodo migliore della massima fioritura è dopo il monsone , fine agosto inizio settembre . Arrivato in quota all’inizio della valle mi imbatto in un posto di controllo ben nascosto dietro a una roccia,
era  composto da un militare e tre civili, con Luigi cerchiamo di negoziare  , raccontando la nostra provenienza e del nostro cammino allo scopo di convincerli a lasciarci proseguire. Tutto invano , ci invitano educatamente e scusandosi dell’imprevisto a riprendere la strada del ritorno.
Molto dispiaciuto riprendo il sentiero in discesa ,camminando molto lento e ammirando la natura tutto intorno, la valle stessa, fiori,o no fiori, era incantevole.
Lascio le montagne dell’Himalaia e mi dirigo verso la pianura
per  raggiungere la città di Haridwar. Il fiume Gange è cresciuto
ricevendo le acque dei loro affluenti : il fiume Mandakini si getta nel fiume Alaknanda  , nel paese di  DEVPRAYAG  il fiume BHAGIRATHI si unisce al fiume ALAKNANDA  prendendo il nome di GANGE,
il fiume YAMUNA prosegue solitario, bagnando la capitale DELHI e poi  raggiungere il GANGE, che continuerà la corsa fino al golfo del Bengala portando con se anche tanto inquinamento.  Poco importa ai devoti Indù che l’acqua del sacro fiume sia inquinata  da scarichi ,
da ceneri e resti di migliaia di cadaveri che vengono bruciati e gettati nel fiume , la purezza del sacro fiume per gli Indù è una qualità spirituale non bio-chimica.
     Questo è stato un cammino di emozioni, avventura e di scoperte, non posso dire che sia stata una passeggiata almeno nel senso fisico, questa esperienza mi ha regalato oltre alle emozioni la possibilità di trovare la forza che è nascosta in ogni uno di noi e che soltanto le sfide ti possono fare scoprire.
   Ringrazio il mio compagno e amico di cammino Luigi Visentin: ordinato, preciso, 
coinvolto, sempre  presente nei momenti difficili. Splendido compagno di viaggio. Aggiungo anche Luigi Sammartin che pazientemente ha corretto e seguito con molta professionalità il mio BLOG. Per la cura per cui rivede il tutto e come se avesse camminato con me.   E ancora una volta un grazie speciale alla mia famiglia: mia moglie Maria Pia ai figli Massimo con Martina     Federica con Massimo   alla cara e amata nipotina EMMA , che pazientemente hanno atteso il mio rientro a casa e poi condiviso con me la gioia e la fatica      Giovanni         









sabato 2 agosto 2014

Valle del fiume ALAKNANDA




Tempio di BADRINATH

Lascio KEDERNATH e proseguo per l’ultimo tempio , scendo fino a Guptakashi per deviare verso EST , sulla carta dovrebbe essere un cammino semplice non impegnativo. Scendo la valle i versanti della montagna sono tutti terrazzati ,
in questi piccoli fazzoletti di terra donne e uomini stanno tagliando il grano manualmente , le donne piantano il riso nei campi inondati di acqua .
Questi terrazzamenti sono dei veri e propri monumenti alcuni risalgono a 1000 anni fa, sono così bene costruiti e integrati che sembrano naturali invece è il frutto di un grande lavoro manuale dell’uomo. Sono estesi da coprire tutto il versante della montagna, sembrano increspature create dal vento o onde del mare. In questi terrazzamenti non ho mai visto frane o cedimenti , sono resistenti agli eventi atmosferici  , grazie all’esperienza e sapienza dell’uomo .
Da lontano, dalla valle opposta sento dei suoni di tamburi e trombe che vanno e vengono trasportati dal vento. Scendo sulla strada , vedo dalla montagna scendere una fila di persone che suonano,
seguiti da un giovane vestito a festa a dorso di un mulo alla fine altre persone ben vestite : un matrimonio. Il giovane portava un vistoso copricapo
e davanti un bavero ricamati con filamenti brillanti. Arrivato nella strada lo sposo scende dal mulo e attende vicino a una macchina addobbata con corone di fiori e strisce dorate .
Mi fermo incuriosito assieme ad altre persone in attesa di vedere la sposa, aspetto mezz’ora ma invano ,devo riprendere il cammino, mi avvicino allo sposo per fare gli auguri e scattare delle foto che gradisce , saluto e riprendo la strada. Molti gli incontri
VENDITRICE SUCCO DI RODODENDRO
,donne con gerle sulle spalle cariche di legna o foraggio per gli animali ,
questo è il lavoro più comune e faticoso riservato a loro, gli uomini gestiscono  bazar o piccoli negozi dove fanno da mangiare lungo la strada,
altri sono occupati come cantonieri e spaccapietre sulle strade o nei sentieri
. Ho visto uomini arare la terra con aratri in legno trainati da mucche o bufale,
donne pilare il riso battendo pali su grandi mortai di pietra , mucche che girano attorno e sopra ad un stato di grano per schiacciare la spiga e fare uscire il seme ,
strumenti e metodi arcaici che stridono molto con i cellulari tenuti in tasca e collegati con l’auricolare…. questo mi ha molto stupito. Altre cose particolare  e strane in India è la grande libertà di emettere rumori “corporali”dal peto al rutto , dal risucchio allo scattarare (scusate i termini,non me ne vengono altri al momento) sia in tavola e nel normale contatto quotidiano da uomini e donne, è una realtà che noi occidentali dobbiamo  imparare  a convivere.
Grande libertà anche per gli sputi a terra, molti Indiani uomini e donne fanno uso di “PAAN” una preparazione  masticabile fatta di foglie di Betal farcite con noce di Areca e polvere di calce e altre sostanze più o meno nocive , il tutto impacchettato e fermato con un chiodo di garofano , messo in bocca e masticato lentamente , questo stimola le ghiandole salivari producendo saliva di colore rosso che in qualche modo si devono liberare.
La strada per BADRINATH ,in terra battuta sale lungo la montagna in una serie di tornanti  stretti e pericolosi
(per i mezzi)  per cantieri in corso , uno di questi è lo sbarramento del fiume per la costruzione di una centrale idroelettrica. Arrivo al paese
, il più popolare dei tempi visto che rimane il più accessibile,molti arrivano in macchina o pullman. Il tempio si riconosce subito anche da lontano essendo dipinto con colori vivaci ,
è una grande struttura, è considerato luogo e fonte di salvezza frutto della meditazione yoga .
E’ il più sacro dei quattro tempi , arroccato a 3300 Mt. ,
sulla riva destra del fiume  ALAKNANDA , è dedicato al Dio supremo VISHNU
il perfetto ,è raffigurato con la pelle azzurro intenso per la sua natura celestiale . Lungo la via che porta al tempio una lunga fila di Shadu e mendicanti
che aspettano l’elemosina come negli altri templi , bancarelle e bazar vendono i soliti articoli religiosi.
Ci sono negozi più raffinati dove vendono oggetti sacri e monili in oro e argento, ho notato come attorno a luoghi religiosi e facilmente accessibili venga creato un grosso business .
Vicino al tempio un grande cartellone con listino prezzi per le prestazioni al rito della puya .   Con questo tempio il mio cammino al Char Dham  è concluso, nella mia mente scorre velocemente  YAMUNOTRY, GANGOTRI, KEDERNATH e BADRINATH  parole ripetute tanta volte lungo il cammino , tra questi luoghi i più sacri dell’India.  Il Char Dham è concluso ma proseguo nella vicina Valle dei Fiori e nel sacro lago di HENKUND importante meta dei pellegrini SIKH.