lunedì 7 luglio 2014

La valle del fiume Yamuna








Scendendo la valle del fiume Yamuna incontro bambini che si recano a scuola 

sono in divisa anche se portano la cravatta non tutti sono in ordine,zainetti in spalle, alcuni con cartelle con spallacci di corda. Sono bene pettinati,i capelli sono neri e lucidi , le bambine con lunghe trecce . 





Percorro la stessa strada poi prendono un ponte tibetano e attraversano il fiume, incuriosito li seguo e dopo qualche centinaio di metri la scuola; 

questa si presenta come un modesto fabbricato di un piano,recintata da un muretto a secco.











A questo punto mi fermo e dalla porta di ingresso esce una signorina penso l’insegnante e con la mano mi fa cenno di entrare. Entro nel cortile alcune bambine con delle piccole scope fanno pulizia al cortile in terra battuta.
Aggiungi didascalia








 Entro nell’unica aula ,una grande stanza ,non ci sono ne banchi ne sedie, i bambini sono seduti sul pavimento con le gambe incrociate , alle pareti una lavagna e quadri religiosi. Sono circa quaranta bambini dai cinque ai dieci anni, sono in fondo all’aula, stanno cantando dei canti religiosi ripetendo continuamente la parola Siva.. Siva.

 Si girano verso di me e con le dita mi fanno il V, altri chiedono foto mimando con la mano , l’insegnante li richiama con qualche sberla sulla testa (cosa succederebbe da noi?). Terminato i canti arriva un’altra giovane insegnante, indossa un bel vestito indiano,

 forse di seta di un bel colore azzurro, mi saluta chinando il capo, io contraccambio … inizia l’appello i bambini sono distratti dalla mia presenza, ma subito vengono richiamati all’ordine. Terminato decido di togliere il disturbo per l’inizio della lezione , mi avvicino alle giovani insegnanti per ringraziarle dell’ospitalità, gentilmente mi consentono di  scattare qualche fotografia, forse anche incitate delle grida dei bambini. Ringrazio e saluto insegnanti e bambini. Scendo per raggiungere Uttarkashi, lungo la strada nei campi terrazzati donne con piccole zappe lavorano il terreno ,

 sono in ginocchio o accovacciate, altre donne all’uscita dal bosco con grandi ceste in spalla cariche di legna,

 erba e foglie per le mucche .I loro volti sono sofferenti dalla grande fatica 

anche se in parte nascosta da vistosi orecchini e anelli al naso e alle orecchi , ai polsi e caviglie bracciali, oltre a questi pesanti lavori devono accudire la casa e seguire i figli.

 Passando vicino a delle case sento dei suoni di tamburi, penso una festa? Seguo  il rumore e arrivo in un cortile gremito di persone, non si trattava di una festa ma di una cerimonia.

 Due persone reggevano sulle spalle una portantina con sopra una forma cilindrica il tutto coperto da un drappo rosso con filamenti dorati che scendevano tutto attorno,






 camminavano attorno al cortile accompagnati dal suono di cinque tamburi ,facendo oscillare e vibrare il baldacchino .

Al centro seduti a terra un uomo e una donna forse la moglie. Questa aveva il volto coperto,i  portantini con il baldacchino giravano attorno ,si fermavano sopra la coppia  coprendo con il drappo rosso la testa, un sacerdote (bramino) recitava a voce alta frasi verso questa , alcune persone che assistevano si avvicinarono al baldacchino e dal modo e l’espressione del viso imprecavano su di lui.

 I tamburi ripresero il suono forte, alcune ragazze si alzarono e si misero a danzare in modo isterico scuotendo la testa influenzate dalla musica. Ho capito che si trattava di un esorcismo, di una cerimonia contro il malocchio. La coppia seduta sempre al centro del cortile , la cerimonia continuò per due ore, sempre gli stessi movimenti e i suoni forti dei tamburi. Terminato il tutto le presenti che assistevano accorsero in aiuto della povera, la scoprirono e vidi che era una ragazza di venti, venticinque anni, era molto sofferente ,con l’aiuto delle donne l’alzarono e sorreggendola la accompagnarono a casa.

 Fui colpito e incuriosito di questa cosa volevo sapere di più, feci vedere le foto a un gestore di una piccola pensione che mi ospitava, 








sorridendo confermò tutto quello che pensavo, dicendomi che non esiste assistenza sociale nè sanitaria, quando le persone hanno dei problemi o pensano di essere possedute da spiriti  ricorrono a queste cerimonie rivolgendosi a “compagnie o agenzie” pensando che tutto si risolvi. Queste usanze sono ancora diffuse nelle vallate dell’Hymalaia Indiano.



Nessun commento:

Posta un commento